La finestra sull’Europa.

NUOVA VIGNETTA

E ce l’abbiamo fatta, un’altra volta. Da non crederci: per la seconda settimana di fila le nostre tanto bistrattate squadre italiane riescono a fare un bel filotto di vittorie e prestazioni convincenti nelle coppe. Roba d’altri tempi, roba da anni Novanta, quando l’Italia dettava legge in Coppa Uefa (9 finali in 10 anni tra 1989 e 1999) e il Milan degli Olandesi e la Juve di Lippi facevano paura a mezza Champions.

Seh, magari.

Se i numeri del mese di settembre europeo ci riportano a quei fulgidi ricordi, naturalmente la realtà è ben lontana dai sogni del passato. Se in Uefa, mai come quest’anno, abbiamo portato 4 ottime squadre (ed i risultati si vedono), in Champions il calcio italiano è scivolato, oramai, a un grado “di vassallaggio” verso i Potenti che appare assai arduo da cancellare.

Arranchiamo, abbiamo paura dell’avversario, siamo più lenti degli altri; poi senti Allegri che si esalta per una Juve che “ha tenuto benissimo il campo” e “ha meritato davanti la squadra campione di Spagna“, guardi il risultato(1-0) e le statistiche (0 tiri in porta e una “QuasiBellaAzioneChePotevaEssereGol” di Giovinco) e ti chiedi dove sia finita la dignità del glorioso calcio della penisola.

Esaltarsi per una sconfitta contro l’Atletico Madrid. Qualche anno fa, a sentire queste dichiarazioni da parte dell’allenatore della Juve, mi sarei inorridito. Ora che siamo dei piccoletti invece passa tutto, e se fai notare al compagno Allegri che la Juve ha giocato per lo 0-0 ci rischi pure le botte eh.

Per fortuna che c’è la Roma, che quest’anno fuori dall’Italia ci sta regalando belle soddisfazioni: è un girone durissimo quello capitato ai romani (e d’altronde, partire in quarta
fascia quando sei arrivata seconda in campionato non è il massimo della vita), con ben tre campioni delle rispettive nazioni, roba da far paura a chiunque. E invece, vedi un po’, la squadra di Garcia sta tenendo benissimo botta: 5-1 alla prima e ottimo pareggio in casa del City campione d’Inghilterra alla seconda. Le annate giuste si vedono dai piccoli particolari: Totti che, con la tranquillità di un ragazzino, a 38 segna il gol più “anziano” della storia della Champions, Keita che corre come un leone, ma che fino all’anno scorso andava pensioneggiando nel campionato cinese, Manolas che ferma Aguero come fosse niente. Giocando così la Roma può arrivare dovunque. E sarebbe un miracolo sportivo.

Per concludere, l’Europa League (anche se preferisco nostalgicamente chiamarla “Coppa Uefa”).

Se ultimamente stiamo scalando le gerarchie del fantomatico ranking Uefa, è soprattutto merito delle nette vittorie che, stranamente, le nostre quattro rappresentanti stanno collezionando una dopo l’altra. Rispetto alle passate stagioni, la sensazione è che quest’anno si possa fare la voce grossa nella seconda competizione europea per club. Napoli, Fiorentina e Inter hanno alle spalle una tradizione vincente e un blasone superiore rispetto alle altre pretendenti, e soprattutto possono cogliere l’occasione per prendersi tante belle soddisfazioni davanti ad una vetrina internazionale. Mi riferisco soprattutto alla squadra di  Thohir, che dopo aver avviato un difficoltoso “reset” dei residui del Triplete, deve e può fare un buon cammino, quantomeno per acquisire credibilità e, chissà, trovare un posto in Champions dalla porta di servizio (eh sì, occorrerebbe vincere la coppa, mica caramelle).

E il Torino? Squadra sicuramente con meno spessore tecnico delle altre tre cenerentole, ma proprio per questo quella che può stupirci di più. Se Ventura ingrana e comincia ad oliare i meccanismi di una squadra che comunque ha cambiato molto e ha perso i pezzi più pregiati(Cerci, Immobile), per la tifoseria granata potrebbe essere proprio l’Europa il posto in cui sognare.

Speriamo bene.

Sì, ho puntato 50 euro sui granata campioni d’Europa League. Che, se riesce, ho svoltato e il raccattapalle non lo faccio più e qui all’Atletico Maranella non mi vedono più.

Però mi piace, in fondo.

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