Zaza

La Lagnusia.

siesta

Lagnusia”, dal dialetto siciliano, parola non interamente traducibile che pressappoco posso rendervi in questo modo: stato d’animo (spesso modus vivendi) che comporta altissime dosi di pigrizia estrema, mista all’ozio più totale e ad un briciolo di voglia di non far nulla che sia in qualche modo utile per sé stessi e per la società.

Ecco, m’è presa la lagnusia. Ora sì che finalmente capisco perché molta gente crea un blog e poi, dopo i fasti dei primi momenti, stancamente decide di abbandonarlo, a poco a poco. Perché, come nel calcio (e come col latino e la matematica, ricordi del liceo), è la costanza che decide il buon esito della prova. Bisogna tenersi aggiornati, non cedere alla pigrizia, scrivere sempre nuovi articoli, avere idee brillanti, disegnare, pensare, non lasciarsi andare alle nerdate e studiare pure meno (quello non è mai un problema, ricordi del liceo pure questi). E diciamo che l’ho capito per la prima volta questa settimana, quando il quasi consueto post del lunedì è saltato, quando non ho avuto il tempo di commentare la nuova giornata di Serie A che già si parlava di Champions.

E si sa che, nell’epoca in cui viviamo, due giorni di ritardo sono già passato remoto (e non è che a grammatica me la passassi tanto meglio).

Ecco, ora  che ho fatto un post del genere mi sto sentendo tanto Zerocalcare, solo che lui sì che c’ha mille impegni e deve scrivere libri o fare film o disegnare per 2765 cristi in fila alle presentazioni. Non è proprio la stessa cosa, ecco.

Però in primis il blog è un piacere, quindi è giusto così: gustarselo solo quando è il momento, quando mi va.

Intanto il Sassuolo ferma la Juventus, e già questa notizia da sola fa urlare al miracolo: ogni tanto ci si ricorda che siamo in Serie A, e che questo campionanto una volta primeggiava nel mondo proprio grazie all’insidiosità di ogni singola partita. Voglio dire, poco più di una decina di anni fa l’Inter perdeva lo scudetto sfaldandosi all’ultima partita contro una Lazio da ottavo posto. Da un po’ di tempo a questa parte le sorprese  non succedono più: ecco perché il gol di Zaza mi è sembrato un miraggio da deserto del Sahara.

A parte questo, è successo veramente poco, ma naturalmente sto cercando di sminuire tutto per giustificare un po’ la mia assenza.

Anche perché oggi è successo qualcosa di peggio del gol di Zaza. Qualcosa che ha a che fare con i vizi capitali (di cui la lagnusia dovrebbe assolutamente far parte). E con i fottuti Sette Nani. E con il numero di maglia di Del Piero in Nazionale. E avete già capito a cosa mi riferisco.

Dovrò scrivere subito, o disegnare, prima che scada il latte in frigo. O prima che la lagnusia mi porti via.